Quando sarai piccola: l’amore che resta oltre la malattia

Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi ispira una riflessione sull’Alzheimer e sulla comunicazione empatica. Scopri l’Approccio Capacitante, un metodo per valorizzare le capacità residue e mantenere vivo il legame affettivo con chi soffre di demenza , un approccio alla malattia

MONDO PSICOLOGICO

dr . Danilo Puzzo - psicoterapeuta

2/12/20255 min read

person in black long sleeve shirt holding persons hand
person in black long sleeve shirt holding persons hand

L’Approccio Capacitante, sviluppato dal medico e psicoterapeuta Pietro Vigorelli, è un metodo innovativo per comunicare con persone affette da Alzheimer e altre forme di demenza. Questo approccio si basa sul presupposto che, nonostante il deterioramento cognitivo, le persone con demenza conservino capacità relazionali ed emotive che possono essere valorizzate attraverso un’interazione rispettosa, empatica e adattata alle loro esigenze.

Comunicare con una persona con Alzheimer: strategie psicologiche

Quando ci relazioniamo con una persona affetta da demenza, spesso tendiamo a concentrarci sulle sue difficoltà e mancanze, piuttosto che sulle capacità residue. L’Approccio Capacitante invita a cambiare prospettiva, spostando l’attenzione su ciò che la persona è ancora in grado di fare e sulla possibilità di costruire un dialogo significativo.

Accettare la realtà dell’altro

Uno degli errori più comuni è tentare di correggere la persona con demenza, riportandola a una realtà oggettiva che potrebbe non essere più accessibile per lei. Questo può generare frustrazione e ansia. Invece, è fondamentale accogliere la sua realtà soggettiva e trovare modalità di comunicazione che non neghino la sua esperienza.

Esempio pratico

Se una persona con demenza dice: “Oggi mia madre viene a prendermi” (nonostante la madre sia deceduta da anni), anziché correggerla con un “No, tua madre non c’è più”, possiamo rispondere con una frase che accolga il suo vissuto emotivo, come: “Dimmi qualcosa di lei, cosa facevate insieme?”. In questo modo, evitiamo di generare angoscia e favoriamo una comunicazione più fluida e serena (Vigorelli, 2011).

Valorizzare le capacità residue

Anche se la persona con Alzheimer può avere difficoltà con la memoria recente, può conservare capacità motorie, emotive e comunicative. Il linguaggio, seppur compromesso, può essere sostenuto attraverso gesti, espressioni facciali e toni rassicuranti.

Aspetti psicologici

• Il Sé autobiografico può restare intatto in alcune parti: la persona può dimenticare eventi recenti, ma ricordare con lucidità episodi della giovinezza. Stimolare questi ricordi attraverso fotografie, musica o racconti aiuta a rafforzare la sua identità (Kitwood, 1997).

• Le emozioni rimangono accessibili: anche quando il linguaggio si deteriora, la capacità di percepire e provare emozioni resta. La persona può non riconoscere un familiare, ma può sentire l’affetto e rispondere a un tono di voce gentile (Sabat, 2001).

• Le abitudini e le memorie procedurali spesso restano intatte: attività come suonare uno strumento, cantare una canzone o eseguire movimenti automatici (come impastare il pane) possono essere conservate a lungo e rappresentano strumenti preziosi per la comunicazione.

Utilizzare un Linguaggio semplice e positivo

La comunicazione con una persona con demenza deve essere chiara, lenta e rassicurante. Alcuni accorgimenti:

• Evitare frasi troppo lunghe o complesse.

• Usare un tono di voce calmo e un ritmo di parlata rallentato.

• Privilegiare domande aperte e non troppo impegnative, come “Ti piace questa canzone?” invece di “Ricordi chi la cantava?”.

• Evitare il tono interrogativo che può mettere la persona in difficoltà e farla sentire sotto esame (Vigorelli, 2011).

Creare un ambiente affettivamente accogliente

L’Approccio Capacitante sottolinea l’importanza dell’ambiente relazionale. La qualità della relazione influenza profondamente il benessere della persona con demenza:

• Un clima sereno e privo di stress aiuta a ridurre l’agitazione e le risposte aggressive.

• Il contatto fisico delicato (una carezza, una stretta di mano) può essere più efficace delle parole nel trasmettere affetto e sicurezza.

• La presenza di rituali e routine favorisce la prevedibilità e riduce la confusione (Kitwood, 1997).

Evitare la correzione diretta e favorire la riformulazione

Se la persona fa affermazioni errate o mostra difficoltà nel ricordare, correggerla direttamente può generare ansia e frustrazione. Una strategia più efficace è la riformulazione, ovvero riprendere il suo discorso in modo leggermente modificato per aiutarla a trovare un senso.

Esempio pratico

Persona con Alzheimer: “Ieri sono andato al lavoro” (non lavora più da anni).

Risposta capacitante: “Ah sì? Ti piaceva il tuo lavoro? Cosa facevi di bello?”.

In questo modo, non neghiamo la sua affermazione, ma spostiamo l’attenzione sull’aspetto emotivo e sulle memorie che ancora può recuperare (Vigorelli, 2011).

L’Importanza dell’Empatia e dell’Ascolto Attivo

Il vero cuore dell’Approccio Capacitante è l’empatia, intesa come la capacità di entrare nel mondo della persona con demenza senza giudicarlo. L’ascolto attivo gioca un ruolo essenziale: guardare negli occhi, annuire, mostrare interesse autentico permette alla persona di sentirsi riconosciuta, anche quando il linguaggio non è più pienamente comprensibile.

Implicazioni Psicoterapeutiche

Da un punto di vista psicoterapeutico, l’Approccio Capacitante si allinea con il concetto di validazione emotiva utilizzato in molte terapie, come la terapia rogersiana o la terapia della reminiscenza. Il principio fondamentale è che ogni individuo ha bisogno di sentirsi ascoltato e riconosciuto, indipendentemente dalle sue capacità cognitive (Feil, 1993).

Conclusione

Comunicare con una persona affetta da Alzheimer richiede un cambio di prospettiva: non dobbiamo aspettarci che sia lei ad adattarsi a noi, ma dobbiamo essere noi ad adattarci a lei. L’Approccio Capacitante ci insegna che la relazione non si basa sulla memoria o sulla logica, ma sull’emozione, sulla presenza e sulla capacità di accogliere l’altro per come è, nel qui e ora. Anche quando la memoria svanisce, l’amore e la comprensione possono rimanere i punti di riferimento più importanti.

Riferimenti Bibliografici

• Feil, N. (1993). Validation: The Feil Method. Edward Feil Productions.

• Kitwood, T. (1997). Dementia Reconsidered: The Person Comes First. Open University Press.

• Sabat, S. R. (2001). The Experience of Alzheimer’s Disease: Life Through a Tangled Veil. Blackwell.

• Vigorelli, P. (2011). Il Corpo, il Movimento e la Relazione con la Persona con Demenza. FrancoAngeli.

QUANDO SARAI PICCOLA di SIMONE CRISTICCHI

Quando sarai piccola ti aiuterò a capire chi sei,

ti starò vicino come non ho fatto mai.

Rallenteremo il passo se camminerò veloce,

parlerò al posto tuo se ti si ferma la voce.

Giocheremo a ricordare quanti figli hai,

che sei nata il 20 marzo del ’46.

Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito

ti dirò di mio padre ovvero tuo marito.

Ti insegnerò a stare in piedi da sola,

a ritrovare la strada di casa.

Ti ripeterò il mio nome mille volte

perché tanto te lo scorderai.

Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,

per restituirti tutto quell’amore che mi hai dato

e sorridere del tempo che non sembra mai passato.

Quando sarai piccola mi insegnerai davvero chi sono,

a capire che tuo figlio è diventato un uomo.

Quando ti prenderò in braccio e sembrerai leggera

come una bambina sopra un’altalena.

Preparerò da mangiare per cena,

io che so fare il caffè a malapena.

Ti ripeterò il tuo nome mille volte

fino a quando lo ricorderai.

Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,

per restituirti tutto, tutto il bene che mi hai dato.

E sconfiggere anche il tempo che per noi non è passato.

Ci sono cose che non puoi cancellare, ci sono abbracci che non devi sprecare.

Ci sono sguardi pieni di silenzio che non sai descrivere con le parole.

C’è quella rabbia di vederti cambiare e la fatica di doverlo accettare.

Ci sono pagine di vita, pezzi di memoria che non so dimenticare

Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,

per restituirti tutta questa vita che mi hai dato

e sorridere del tempo e di come ci ha cambiato.

Quando sarai piccola ti stringerò talmente forte

che non avrai paura nemmeno della morte

Tu mi darai la tua mano, io un bacio sulla fronte

Adesso è tardi, fai la brava

buonanotte.